domenica 16 settembre 2012

Antioco Casula Montanaru

Antioco Casula MontanaruAntioco Giuseppe Casula nacque a Desulo nel 1878. Frequentò il ginnasio a Cagliari e continuò presso il collegio di Lanusei ma non compì un percorso di studi regolare perché a sedici anni abbandonò la scuola anche se ebbe sempre buoni risultati.

Per tutta la vita lesse e studiò con assiduità. Fu un grande appassionato di letteratura, e seguì con grande interesse le dinamiche culturali della Sardegna e del resto del mondo.

Poeta apprezzato e conosciuto non solo in Sardegna ma anche oltremare, compose versi di argomento vario dando vita ad un linguaggio poetico che, utilizzando una lingua sarda arricchita di localismi e parole straniere, riuscì a trasmettere la profondità del vivere umano nelle sue diverse sfumature.

Antioco Casula ebbe l'opportunità di conoscere e approfondire la conoscenza delle varietà locali della lingua sarda perché, a diciott'anni, si arruolò nei carabinieri e girò la Sardegna in lungo e largo. Fu proprio in quel periodo che cominciò a comporre versi e, firmandosi con lo pseudonimo di Montanaru, ad inviare le sue poesie alla rivista letteraria Piccola Rivista di Cagliari diretta da Ugo Ranieri.

La libreria di Casa Montanaru a Desulo

Le poesie del cantore desulese ebbero un notevole successo sin dall'inizio della loro apparizione e ciò permise a Montanaru di entrare in contatto con gli scrittori e gli artisti della scena sarda della prima parte del Novecento. Per tutta la vita rimase legato a personaggi come Sebastiano Satta, Francesco Ciusa, Filippo Figari, e altri ancora, coi quali Montanaru strinse un profondo legame di amicizia.

Boghes de Barbagia
Nel 1904 pubblicò, con illustrazioni di Andrea Valli, la sua prima raccolta di poesie intitolata Boghes de Barbagia pro Montanaru, nella cui Prefazione Ugo Ranieri ha scritto:

E così, da Tula, un tale che si firmava «un carabiniere» mensilmente donava alla Piccola Rivista certe tenui poesie dialettali che mentre avean tutta la bellezza agreste ed affascinante della natura paesana, davano pure luccichii di sensi e passioni vibranti di modernità…

era proprio un «carabiniere» che tra un rapporto di contravvenzione, un fortunato arresto od una ronda nojosa e sterile, trovava il tempo di leggere, studiare e discutere di teorie e postulati moderni, di arte e letteratura.

La raccolta, che si apre con A tie, Barbagia mia!, dedicata a Ugo Ranieri in signu de affettu, venne pubblicata a Cagliari dalla casa editrice Dessì ed ebbe un grande successo di critica e di pubblico.

Cantigos de Ennargentu e l'arresto
Qualche anno dopo l'uscita della sua prima opera lasciò l'arma e si dedicò in maniera più assidua allo studio e alla lettura, oltre che alla composizione. Prese la licenza di maestro scolastico e diventò dirigente delle Poste. Nel 1922 pubblicò la seconda raccolta arricchita dalle illustrazioni di Filippo Figari e intitolata Cantigos de Ennargentu che ebbe, anch'essa, un ottimo successo.

Successo che gli valse l'invito a Milano quale rappresentante sardo al premio nazionale dei poeti dialettali e che vinse nel 1925; ma che gli attirò anche le gelosie di alcuni esponenti del potere locale che lo fecero arrestare nel 1928 per un breve periodo. L'accusa mossagli contro era quella di intrattenere e conservare rapporti di amicizia e di solidarietà con banditi alla macchia. Sebbene il tribunale ne avesse deliberato l'innocenza, Montanaru rimase per lungo tempo sotto la pesante minaccia del confino.

Cantos de solitudine e il dopoguerra
Fu in un clima di avversione verso la lingua e la cultura sarda che Montanaru pubblicò nel 1933 il terzo volume delle sue poesie: Cantos de sa solitudine. Si tratta probablimente dell'opera più matura del poeta desulese, opera che lo consacrò tra i poeti maggiori della storia della letteratura in lingua sarda


Dopo la guerra, Montanaru si dedicò alla politica: di idee indipendentiste, militò nel PSd'Az, convinto che i suoi versi potessero risvegliare il popolo sardo verso un futuro di dignità e libertà. Nel 1950 uscì la raccolta intitolata Sa Lantia che però non ebbe il successo previsto. 

La malattia e la morte
Casa Montanaru a DesuloNel 1953 fu colpito da una paralisi, dalla quale seppe riprendersi con la forza e la determinazione che gli erano proprie. Nel 1955 le sue condizioni di salute si aggravarono. 

Morì a Desulo all'alba del 3 marzo del 1957. A darne il triste annuncio a tutti i sardi sulle colonne de La Nuova Sardegna fu Michelangelo Pira con un articolo intitolato Montanaru si è spento domenica a Desulo

Solo postume uscirono le sue ultime due raccolte: Sas ultimas canzones e Cantigos de amargura.

Desulo: il Premio Montanaru e Casa Montanaru
Premio Montanaru DesuloIn questi ultimi anni la figura e l'opera di Antioco Casula "Montanaru" è stata riscoperta grazie anche all'importanza assunta nel panorama culturale sardo del premio letterario a lui dedicato dal comune di Desulo e presieduto per lunghi da Gianni Filippini. Comune che ha anche aperto al pubblico l'abitazione del poeta, nota come Casa Montanaru, trasformandola in un museo etnografico.

L'eredità di Montanaru
Montanaru ebbe il merito di utilizzare la lingua sarda non per "salvaguardarla" ma come linguaggio vivente. La scelta linguistica del poeta desulese non fu dunque una difesa passiva ma un'apertura speranzosa al mondo. Questa sua strategia gli procurò negli anni a seguire numerose critiche e voci di dissenso.

Ma, come scrisse Michelangelo Pira: «Essi non sapevano o non sanno quello che Montanaru aveva capito d’istinto: che nel nostro secolo il sardo, venuto a contatto con la lingua italiana, è venuto modificandosi nelle sue strutture lessicali, sintattiche, morfologiche, fonetiche e semantiche. Con Montanaru il sardo fu ancora una volta lingua…».

Libri ed eBook:

Per saperne di più:

Premio Letterario Montanaru Desulo: