sabato 15 settembre 2012

Peppinu Mereu

Peppino Mereu
Giuseppe Ilario Efisio Antonio Sebastiano Mereu nacque a Tonara il 4 Gennaio del 1872 da una famiglia benestante del paese. Ma la vita del giovane Peppino Mereu fu sconvolta fin dalla prima giovinezza dalla morte della madre, e in seguito da quella del padre, medico del centro della Barbagia Mandrolisai.

Per sfuggire alla miseria in cui era caduta la sua famiglia, e per non pesare troppo sulle spalle degli altri fratelli, nel 1891 si arruolò nell'arma dei Carabinieri, lavoro che gli permise di girare la Sardegna in lungo e in largo.

In quello stesso anno a Cagliari, durante una visita al cimitero di Bonaria per la commemorazione dei defunti o festa dei morti, compose Dae una losa ismentigada, una delle poesie più profonde e toccanti che lo renderanno celebre e immortale.

Si tratta del componimento che apre l'unica raccolta di poesie pubblicata mentre Peppino Mereu era ancora in vita ed intitolata Poesias: edita nel 1899 dalla tipografia Valdès di Cagliari, contiene 29 poesie di vario argomento.

La raccolta è preceduta da una lettera che funge da prefazione scritta da Giovanni Sulis, il famosissimo Nanneddu meu della poesia A Nanni Sulis, reso celebre soprattutto dalla versione pop-rock che ne hanno fatto i Tazenda e non solo:

Nanneddu meu,
su mund'est gai,
a sicut erat
non torrat mai.

Semus in tempos
de tirannias,
infamidades
e carestias.

Como sos populos
cascant che cane,
gridende forte:
cherimus pane.

Famidos, nois
semus pappande
pan''e castanza,
terra cun lande.

Terra ch'a fangu
torrat su poveru
senz’alimentu,
senza ricoveru...


Un rapporto privilegiato quello del poeta tonarese con la musica, un legame fortissimo che continua ancora oggi a fare presa sull'ascoltatore contemporaneo, rivelando tutta la forza dei versi di un poeta che, per tanti aspetti, è stato un rivoluzionario nel mondo culturale sardo.

Ed è proprio questa la forza rivoluzionaria della poetica di Peppino Mereu che, per usare le parole di Duilio Caocci, "concepisce la poesia come uno strumento che serve a dire qualcosa a qualcuno" (in Grandi poeti dell'Ottocento, pag. 23, Cagliari 2006).

Lasciata l'arma per motivi di salute, Peppino Mereu morì nel 1901 a soli 29 anni, per entrare a pieno titolo tra i personaggi mitici della letteratura in lingua sarda.

Su Peppinu Mereu e la sua poetica è stato scritto:

Sa poesia vera est onestade e sintzeridade. Peppinu Mereu truncat donzi aggantzu cun sa poesia traditzionale sarda de s’Arcadia. Credet in su cantu de su tempus presente, de sa vida vera de sa zente: “su versu non devet esser dijunu de su sensu comunu”. Devet currispòndere a sos problemas de sa zente e a sos fatos de sa comunidade, in bonu e in malu”. (Bachis Bandinu, Lontanantzia arregordantzia comunantzia, in Peppinu Mereu, Terra de musas, pag. 11, Edizioni Frorias, Ca 2001).

Il caso di Peppino Mereu e della sua silloge edita nel 1899 è davvero raro, se non probabilmente unico, fra i poeti dialettali sardi, soprattutto se si tiene conto della qualità della pubblicazione di cui parliamo, curata sotto ogni aspetto, a parte i difetti grafici e tipografici che affliggeranno per molto tempo ancora la stampa della poesia in lingua sarda, nonostante la generale riscoperta che il genere visse proprio nel secondo Ottocento”. (Marco Maulu, in Peppino Mereu, Poesias, pag. 10, Edizioni Ilisso, Nuoro, 2004).

Il Mereu fu un poeta colto, consapevole delle sue scelte stilistiche, e hanno un fondamento gli accostamenti della sua figura e della sua opera a esperienze come quella scapigliata o quella crepuscolare, sia per certi toni psicologici e certe analogie biografiche…, sia per l’uso di registri stilistici quotidiani e prosaici nel suo linguaggio.(Giovanni Pirodda, La Sardegna, p. 306, Editrice La Scuola, 1992).

“C’è un testo di Mereu, Su testamentu, non consegnato alle poesias del 1899 e, chissà, forse davvero composto a sos istremos de sa vida: in fin di vita. Qui l’uomo mette in rima le sue ultime volontà (e le sue ultime maledizioni)… Mereu si sforzò di distillare nei suoi testi quelle stesse tensioni che attraversavano il periodo in cui visse e dalle quali egli stesso era, come abbiamo già cercato di dire, attarversato”. (Giancarlo Porcu, in Peppinu Mereu, Poesie complete, pag. 506, Il Maestrale, 2004).

Per saperne di più:
Peppino Mereu - Guida Lingua Sarda superEva
La Primavera nelle poesie di Peppinu Mereu - Guida Lingua Sarda superEva
Peppinu Mereu - sito di Luigi Ladu
Peppino Mereu - Wikipedia
Concorso di poesia Peppinu Mereu Tonara
Peppino Mereu - Ichnussa
Giuseppe "Peppino" Mereu
Peppinu Mereu, poeta scapigliato della lingua sarda
Collettivo "Peppino Mereu" Tonara
Peppinu Mereu - Tonara.org

Libri ed eBook:
Peppinu Mereu, Poesie complete, a cura di Giancarlo Porcu, Il Maestrale (PDF)
Peppino Mereu, Poesias, a cura di Marco Maulu, Ilisso (PDF)
Poesias de Peppinu Mereu - Condaghes (scheda libro + CD)